SICUREZZA STRADALE
L'associazione ''Flavio Arconzo'' in trasferta a Locorotondo
Gli studenti dell'Istituto Agrario ''Basile Caramia'' hanno incontrato la presidente del sodalizio Katia Schiavone, per discutere di sicurezza stradale.
LOCOROTONDO - Mercoledì 20 febbraio, l'associazione Flavio Arconzo di Fasano ha incontrato i ragazzi dell'Istituto Tecnico Agrario di Locorotondo per discutere sul tema della sicurezza stradale.
Ad aprire i lavori, nell'auditorium gremito di studenti, la testimonianza di Emma Piliego, madre di Marco Bungaro, morto sulla strada a soli 25 anni, donatore di organi, grazie ai quali oggi vivono diverse persone. A seguire, è stato proiettato un video di sicurezza stradale, per lasciare, poi, la parola alla presidente del sodalizio Katia Schiavone, che ha raccontato ai ragazzi la storia di suo figlio, Flavio, morto sulla strada a soli 17 anni, quando ancora frequentava proprio l'Istituto "Basile Caramia" di Locorotondo.
Subito dopo, Carmen Pistoia ha presentato il libro scritto per l'Associazione: “Vite spezzate-Lettere dal cielo”, del quale è stata donata una copia all'Istituto con l'intento di farlo leggere agli studenti per dare loro spunto per una seria riflessione.
Ne è seguita un'interessante discussione sulla complessa tematica dell'incidentalità stradale. I ragazzi hanno partecipato portando le loro idee sulle innumerevoli cause degli incidenti, e sul modo per cercare di fermare la strage sulle strade. Diversi i punti messi in evidenza, quali ad esempio, una guida prudente in rispetto delle regole del codice, attenta, responsabile e contornata sempre dal buonsenso; l'uso del casco e delle cinture; la costruzione di automobili con contachilometri che non superino i limiti consentiti sulle strade del nostro Paese; l'educazione alla cultura della legalità e del senso civico fin dai primi anni di vita dei bambini. Si sono, inoltre, toccati anche argomenti quali alcol, droghe e discoteche, e per finire le testimonianze di due ragazzi rimasti vittime di incidenti. Entrambi hanno messo in evidenza l'emozione predominante in quei terribili istanti, la preoccupazione per gli altri, il senso di colpa per aver provocato lesioni alle persone trasportate come passeggeri, e la paura di far soffrire i genitori. Esperienze che sicuramente hanno allertato i ragazzi ad essere più responsabili nei confronti di se stessi e degli altri.
L'unico rimedio per debellare questa piaga sociale resta, dunque, la prevenzione, dovere di tutti, dalle Istituzioni ai cittadini, dalle Forze dell'ordine alle case automobilistiche, e l'educazione al senso civico e rispetto delle regole sin dalla tenera età.
di Redazione
21/02/2013 alle 11:29:40
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